Tiziana Rivale fu la vincitrice inattesa del Festival di Sanremo 1983.
La passione per il canto la segue sin dagli anni infantili. Il canto, che appartiene al suo dna, le ha consentito di raggiungere una popolarità mondiale. Celebri, infatti, sono i suoi concerti in America e nei paesi dell’est, nei quali con molta frequenza sono richieste le sue esibizioni. Tiziana si distingue non solo per il suo talento artistico, che ha saputo ben tutelare e crescere, ma anche per la sua raffinatezza ed eleganza. Lo conferma il fatto che, più volte, ha preso parte a noti programmi televisivi.

D. Tiziana, come e quando ha percepito il suo talento musicale?
R. «Sin da bambina amavo la musica e cantare. Nei temi di scuola scrivevo che mi piaceva cantare e diventare una cantante e nessuno mi prendeva sul serio. Però con la mia passione sono andata avanti e svolgo questa professione perchè mi piace».

D. Il 1983 segna la sua partecipazione al Festival di Sanremo con la canzone “Sarà quel che sarà”, che vinse e che ancora oggi mantiene inalterata la sua bellezza. Come andarono le cose?
R. «Dopo una bella e fortunata gavetta ho partecipato al concorso “Tre voci per Sanremo” a Domenica in e mi sono guadagnato il mio posticino al Festival. Sono stata contenta di partecipare perchè mi consentiva il passaggio alla Rai. Avrei poi continuato le mie serate, non aspettando la vittoria. Immaginavo una “passata” e via. Invece in quell’anno le giurie erano libere di votare e lo disse anche l’organizzatore del Festival Gianni Ravera. Così mi trovai a sorpresa vincitrice».

D. Fu un Festival tutto “rosa”: tre donne sul podio e al quarto posto i Matia Bazar con l’inconfondibile voce di Antonella Ruggero. Toto Cutugno, il più favorito, dovette accontentarsi del quinto posto; Zucchero e Vasco Rossi si aggiudicarono le parti basse della classifica e Amedeo Minghi non fu nemmeno ammesso alla serata finale, vero?
R. «Sì fu proprio così. Peccato che pezzi bellissimi vengono capiti in ritardo. Comunque nel tempo si vede dalle vendite e dal gradimento della gente il valore di una canzone».

D. Fabrizio De André dichiarò: «Quello che mi disturba del Festival è che non serve quasi mai ad aiutare un talento, ma troppo spesso a fabbricare illusioni». Cosa pensa di queste parole e che cosa le ha dato il Festival di Sanremo?
R. «Ha ragione. Il Festival dovrebbe essere arte pura e invece è diventato un business; infatti non lo seguo da anni perchè ha preso una brutta piega e non c’è più arte. E’ un business di passerelle a volte inutili e di arte ne vedo poca. Bisognerebbe tornare alla qualità, soffermarsi su questo, sulla musica e sulla bellezza. A me è servito perché erano tempi migliori e perché ho continuato le mie serate più forte di prima , soprattutto all’estero. Per me è stato utile».

D. Gli anni Ottanta furono per lei i pilastri della sua carriera che la videro successivamente conduttrice televisiva ed esibirsi in numerose parti del mondo, eseguendo brani straordinari, per alcuni dei quali è anche autrice, interpretati perfino in lingua estera. Come spiega i suoi successi fuori dall’Italia?
R. «Perchè “nessuno è profeta in patria sua”. Qui mi sa che gli addetti ai lavori, quasi tutti forse – ma qualcuno si salva e sono veramente pochi -, lasciano a desiderare. Dall’estero ricevo tanti inviti e ogni volta accetto di esibirmi anche se mi conoscono di più come cantante da discoteca. Ho fatto cose nuove e ho inciso molto anche all’estero. Ho ricevuto più soddisfazioni all’estero che nel mio paese. È un peccato… ma è una regola di vita».

D. Cosa le piace sottolineare di questi ultimi decenni della sua carriera?
R. «I tanti viaggi e ultimamente anche il programma “Tale e quale show” con Carlo Conti nel 2019. In quello stesso anno, in Messico, mi hanno premiato con il disco d’oro alla carriera per il genere dance. È stata una bella sorpresa».

D. Ci può parlare brevemente del programma televisivo Tale e quale show condotto da Carlo Conti?
R. «Io non volevo partecipare perchè non sono una imitatrice e non voleva fare brutte figure. Però gli autori hanno insistito e così ho fatto il provino pensando che non mi prendessero. Invece mi hanno accettata  ed è stata una bellissima esperienza: tre mesi tutti i giorni in Rai con prove molto pesanti, il trucco di quattro ore tre volte alla settimana. Da settembre a novembre è stata una esperienza molto impegnativa e bella con dei professionisti e, onestamente parlando, sono contenta di aver partecipato. Carlo Conti è sempre stato cordiale e gentile, veramente un bravo professionista».
 

D. Ha sogni nel cassetto?
R. «Il fatto di svolgere una professione che mi piace è già un bel risultato. Vorrei tanto continuarlo a fare conoscendo gente nuova, viaggiare e cantare…».