Domenica prossima si svolgeranno nel nostro paese le elezioni politiche per eleggere i membri del Parlamento.
L’appuntamento elettorale ci ha consentito di chiedere qualche riflessione all’on. Mara Carocci.

D. Quanto ha inciso nella campagna elettorale il presidente Mario Draghi?
R. «Abbastanza. Nel bene e nel male a seconda delle opinioni che ogni cittadino ha di lui. In base a quello che è stato fatto molti sono giustamente critici nei confronti di chi lo ha fatto cadere».

D. Le sembra che gli schieramenti politici presentino coerenza oppure conflitti programmatici già in questi giorni?
R. «Ci sono già conflitti programmatici. Nel centro destra basta vedere la differenza circa le posizioni sull’Europa tra Silvio Berlusconi, Fratelli d’Italia e Salvini e lo stesso Salvini con la Meloni. E questa non è una cosa da poco e rispecchia la politica che vorranno fare in Italia se dovessero andare al Governo».

D. Ritiene che vi sia una sufficiente compatibilità tra la candidatura di Carlo Cottarelli da una parte e Nicola Frantoianni dall’altra?
R. «Effettivamente detta così no. Il punto è se si riesce a trovare un accordo sulle posizioni fondamentali come, per esempio, quella del lavoro, riuscendo a portare ad una politica comune. D’ altra parte come il centro destra alla fin fine per motivi elettorali trova l’intesa, il centro sinistra è in grado di farlo su contenuti programmatici».

D. Quali sarebbero, secondo lei, i provvedimenti finalizzati alla tutela della classe medio-bassa e della piccola-media impresa italiana?
R. «Intanto investire sulle politiche del lavoro. Penso a questa discussione sul reddito di cittadinanza: c’è chi sostiene che aiuta i fannulloni e c’è chi sostiene che è indispensabile a chi ha bisogno. In Italia ci sono centinaia di migliaia di persone che non sono in grado di lavorare. E cosa facciamo? Non le facciamo vivere? Come in tutti gli altri paesi europei è doveroso dargli la possibilità di vivere. Un’ altra questione è quella del lavoro in nero e dell’evasione fiscale. Di queste questioni il centro destra non parla. Sono questi i problemi sui quali dobbiamo insistere, spendere i soldi del PNRR e sostenere politiche perché aiutino le imprese e i lavoratori a sopravvivere e a passare questi momenti di crisi. Dopo è opportuno farlo crescere questo lavoro e ridurre il cuneo fiscale di cui si parla da troppo tempo. Le politiche del lavoro sono fondamentali».

D. Quali alternative concrete e tangibili potrebbe offrire un eventuale governo di centro sinistra ad un governo di centro destra?
R. «Sulle politiche del lavoro, per esempio, il centrosinistra troverebbe l’accordo. D’altra parte sono tanti anni che in questo paese si governa con uno schieramento di partiti centrosinistra e centrodestra insieme. Se governasse solo il centro-sinistra sarebbe molto più facile poter attuare delle politiche a favore delle classi medio basse. Poi si potrebbero trovare degli accordi sui diritti civili. Non è che parlare di lavoro e di economia debba escludere parlare di diritti civili. Credo che sui diritti civili, all’interno del centro sinistra, si potrebbero sicuramente trovare degli accordi».

D. Una vittoria del centro destra, a suo avviso, quali problematiche comporterà a livello internazionale?
R. «Vedo difficile una politica veramente europeista. La Meloni, grande amica di Donald Trump e delle destre europee, non è credibile come europeista. Quando governava Berlusconi, insieme a Tremonti, ha portato l’Italia sull’orlo della bancarotta: ora la Meloni ci ripropone Tremonti: come potrebbe reagire l’Europa? Rischiamo di perdere i finanziamenti del PNRR».